L’italiano al cinema
La mia Italia, lo dico col cinema
Amo il cinema. Adoro immergermi nei film, sperimentare realtà immaginarie diverse da quella che viviamo quotidianamente e almeno per due orette o giù di lì. Simile a quella che sogniamo. Nessun’altra forma artistica non ha la stessa capacità di rendere la vita reale, di suscitare le forti sensazioni che riescono a trasmetterci le immagini dal cinema. Essa viene considerata la più importante invenzione dopo la stampa. La stessa risale al 1895 grazie all’inventiva dei fratelli Lumière. Nel corso della sua storia “ la settimana arte” ha vissuto numerose crisi rimanendo però sempre molto popolare tratutti i ceti sociali. Se in America Hollzwood ne era la capitale, in Europa nacquero diverse scuole cinematografiche tra cui uno dei centri più importanti floridi era sicuramente l’Italia. Sin dalla nascita il cinema italiano ha emozionato il pubblico proponente storie dal forte impatto emotivo, racconti di vita, sguarci, scenari e colori tipicamente italiani, narrati con sincerità, che lo hanno reso riconoscibile e apprezzato da tutti gli amanti dell’industria. Un filo conduttore che accomuna la maggior parte delle pellicole italiane è sicuratamente la tematica dell’amore e della passione, intese nelle loro più svariate forme. Come non ricordare “La strada”, raccontata da Fellini con temi da favola, poesia di un’umanità povera, densa di spiritualità oppure “Mediterraneo”, indimenticabile lavoro di Gabriele Salvatore, ricco di fascino e sapore tipicamente italiani o “La grande bellezze”, semplicemente grande. Tra tutti però, quello che mi ha colpito profondamente è stato “La vita è bella”, per il modo estemamente delicato e toccante di affrontare una tematica così seria e tragica. Il grande amore di un padre, che a tutti i costi vuole trasmettere la bellezza della vita e delle sue sfumature al figlio attraverso l’invenzione di un gioco, struggente, semplicemente magico. Vi si possono cogliere anche altre caratteristiche tipicamente italiane quali la pazienza , l’attenzione alla famiglia, l’allegria. Questo film non racconta solamente l’Olocausto e le voracità della Seconda querra mondiale, Benigni utilizza la commedia come una tecnica con cui rilevare l’importanza dell’ottimismo in una situazione difficile. E’ un racconto divertente e sincero che riesce a farci sorridere e piangere. Perchè la vita è bella pure in situazioni dolorose. La vita è bella quando si crede nelle persone, quando le piccole cose ti fanno sorridere quando ti emozioni, quando ti appassioni, quando c’è amore. Ed è proprio l’amore il motore del film, ciò lo rende così perfetto: una delle scene più commoventi è il momento in cui Guido, da un microfono collegato alle casse poste in tutto il campo di concentramento, dedica un pensiero alla moglie, facendole capire che lui e il figlio erano ancora vivi. Magnifico come la creatività italiana in generale, ma sopratutto quella dalla letteratura e del cinema (capace di offrire spaccati emotivi, culturali e sociali di grande spessore.
Concorso letterario “Italiano al cinema l’Italiano nel cinema “2017
2 posto
Tara Sekulić
classe II M